Tre inediti


Il sole sorgerà

Venivo a visitarlo
all’incirca una volta al mese. O forse più di rado.
Portavo con me libri e sigarette.
«Senza – scherzava – sono il corpo d’uno spettro».
Uscivamo in un cortiletto dell’ospedale
già scorticato dall’autunno precoce.
Tra le foglie si agitavano uccelli inquieti,
l’aria odorava di maturità e appassimento.
Io promettevo saluti a qualcuno,
facevo progetti, ridevo di qualcosa…
Lui non mi dava mai consigli,
guardava solamente, serio e strano.
Tutti dicevano: ci vorrà molto tempo.
Molto tempo – è quando non c’è fretta di niente,
la vita intera –un albero di Natale–
è sempre ancora da essere, la morte è una favola.
Il secolo volgeva alla fine, veniva un anno nuovo,
sono passata un momento a trovarlo.
È stato contento di vedermi: taceva, sorrideva,
e al commiato m’ha detto «Ci vediamo dopo…»

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